Motor Show -  È ufficiale: l'edizione 2018 non si farà

Motor Show – È ufficiale: l’edizione 2018 non si farà

Motor Show  – È ufficiale: l’edizione 2018 non si farà Dopo giorni di indiscrezioni e anticipazioni è arrivata l’ufficialità: il Motor Show non si terrà più, come previsto, tra il 6 e il 9 dicembre prossimi. Non solo. La manifestazione, secondo quanto indicato da Antonio Bruzzone, direttore generale di Bologna Fiere, subirà una serie di importanti cambiamenti.

Cambia tutto.

Il Motor Show sarà organizzato nel prossimo mese di maggio ma non più tra i viali e le strutture del quartiere fieristico di Bologna. La sua nuova sede sarà infatti Modena e in primis i padiglioni della fiera locale e la pista di Marzaglia.  Inoltre subirà modifiche anche il format della manifestazione. Si trasformerà in un festival cittadino, un salone diffuso su tutto il territorio della città emiliana e della Motor Valley.  Sulla falsariga, per esempio, delle ultime edizioni del Salone dell’Auto di Torino.

Si tratta di una scelta resa obbligatoria dalle dimensioni del quartiere fieristico modenese.  Dall’assenza di quelle aree esterne utilizzate a Bologna per una serie di eventi collaterali come il Memorial Bettega.  Oggi destinato a scomparire dal programma del nuovo Motor Show sotto la Ghirlandina. Oltre alla pista di Marzaglia, è previsto anche che alcuni simboli della Motor Valley emiliana aprano le porte al pubblico. È il caso dei musei Enzo Ferrari, Lamborghini e Pagani.

Una decisione ormai obbligata.

La decisione di rivedere la formula del Motor Show affonda le sue radici negli ultimi anni.  Travagliati della manifestazione e in un contesto di mercato ormai in rapido cambiamento. Da una parte la manifestazione felsinea ha pagato negli anni passati la crisi economica con un’affluenza di appassionati e curiosi ben lontana dal record del 2006 di oltre 1,2 milioni di visitatori. Dall’altra le Case automobilistiche sono sempre meno interessate a partecipare a eventi come i Saloni dell’Auto sempre più costosi.  Complessi da gestire e organizzare e incapaci di garantire l’esposizione mediatica di un tempo.

Non è un caso se, negli ultimi mesi, molti produttori abbiano deciso di non partecipare alle manifestazioni di Parigi o Francoforte per concentrare tutte le risorse e le attenzione su Ginevra o altri eventi non legati direttamente al mondo delle quattro ruote ma alle tecnologie del futuro come il Ces di Las Vegas. Anche per il Motor Show 2018 le attese non erano comunque positive già da tempo.

Poche Case hanno accolto l’invito a partecipare e gli organizzatori hanno tagliato i giorni della manifestazione a solo quattro date invece delle solite dieci. In un quadro del genere non sono da trascurare né i conti in perdita dell’edizione 2017 (si parla di un passivo di 1,7 milioni di euro) né tantomeno la decisione di Bologna Fiere di avviare, in anticipo rispetto ai tempi iniziali, la realizzazione di un nuovo padiglione per le fiere delle macchine agricole Eima e della ceramica Cersaie su un’area destinata alla pista principale del Motor Show e quindi ad alcuni degli eventi sportivi più seguiti e attesi dagli appassionati.

Finisce una storia di successi.

Finisce probabilmente in modo definitivo una storia che ha portato la manifestazione felsinea a raccogliere consensi e successi arrivando, perfino, a rappresentare il degno sostituto di quel Salone dell’Auto di Torino che nel secondo dopoguerra era la manifestazione fieristica per eccellenza per il settore automobilistico italiano. Ideato quarantadue anni fa dall’imprenditore bolognese Mario Zodiaco, ha progressivamente occupato un ruolo sempre più importante nel panorama dei Saloni automobilistici anche per una formula fatta non solo di pura esposizione di auto ma anche di eventi dedicati esclusivamente al rombo dei motori più sportivi e performanti.

Nel 1980

la gestione passa ad Alfredo Cazzola e alla sua Promotor che ne cura l’organizzazione fino al 2006 riuscendo ad aggiornare costantemente i record di affluenze e ad aumentare la visibilità. Dal 2007 in poi la storia cambia in peggio con il passaggio della Promotor ai francesi della GL Events che non riescono nel tentativo di replicare i successi del passato anche per l’arrivo della grande crisi e dei relativi effetti sulle tasche dei consumatori e sulle disponibilità dei produttori. Nel 2013 arriva il primo stop determinato dalla totale assenza dei marchi di maggiori spicco a partire dalla Fiat, mentre due anni dopo l’assenza dal calendario è legata a una contesa tra Bologna Fiere e GL Events. Nel frattempo non manca il tentativo, purtroppo fallimentare, di Cazzola di organizzare un nuovo Motor Show nei padiglioni della Fiera di Milano.

È, invece, del 2016

il ritorno a Bologna con un nuovo programma  triennale, affidato all’ex Fiat Rino Drogo (escluso dalla nuova organizzazione), che però è stato cancellato in anticipo rispetto a quanto originariamente previsto. Eppure l’edizione 2017 aveva garantito numeri incoraggianti: 370 espositori, 33 Case, 45 gare ed esibizioni, 280 mila presenze. Non è stato evidentemente sufficiente per portare avanti il vecchio Motor Show nonostante una decina di produttori, tra cui la Peugeot e il gruppo Fca, avessero già dato il proprio assenso per il prossimo dicembre. Ora parte la nuova sfida modenese con la scelta “definitiva” di abbandonare Bologna.

Appuntamento dal 16 al 19 maggio.

“Abbiamo deciso di sfruttare una base forte.  Al centro di una terra ricchissima, la culla della Motor Valley.  Per uscire dal recinto del quartiere e aprire la manifestazione. Abbandoneremo il meccanismo tipico dei saloni dell’auto per puntare su un evento diffuso sul territorio”. Ha spiegato Antonio Bruzzone, direttore generale di Bologna Fiere.  Fornendo alcuni dettagli del nuovo Motor Show. Si chiamerà Motor Show Festival-Terra di Motori.  E avrà luogo a primavera per soddisfare le richieste delle case e favorire l’affluenza del pubblico.  Dal 16 al 19 maggio prossimi. Per maggiori dettagli sul programma completo, magari con le Case partecipanti, bisognerà, però, aspettare la fine di ottobre.

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