Parigi & Disneyland: un viaggio onirico

Parigi & Disneyland: un viaggio onirico

PARIGI & DISNEYLAND: UN VIAGGIO ONIRICO CHE DOVREBBE DURARE ALMENO 4 GIORNI

Nel settore viaggi da sogno la strana coppia Parigi – Disneyland è uno straordinario caso di studio con attrattive uniche al mondo e decadi di numeri record. A partire dai quasi 350 milioni d’ingressi venduti sin dal 1992 dal parco Disney a Marne-la-Vallèe fino ai 19.5 milioni di turisti registrati dalla capitale francese nel 2019. Il big data tra le due destinazioni eleva le presenze complessive ad un numero annuale superiore ai 30 milioni;

e dunque equivalente a più di un terzo del turismo in Francia. Reparto dove il lato corporate del magico universo di Topolino&Co, contribuisce da solo per il 6,2 percento. Altrettanto rilevante è il gettito economico nel tempo (più di 70 miliardi in 27 anni) di una mega operazione senza frontiere ad affiancare la metropoli più romantica e idealizzata in terra.

Parigi
Parigi

Metropoli che in mezz’ora di treno o poco più,

permette di passare dalle Ninfee di Monet al volo notturno sul galeone di Peter Pan; dalla Tour Eiffel alle fiabe illustrare del castello gotico-fiabesco simbolo di Disneyland; dalla grandeure gastronomica dei templi stellati parigini alla cucina creola di Captain Jack immersa nelle perfette scenografie di Pirates of the Caribbean. Un osmosi sui generis da cui entrambe le destinazioni traggono enormi benefici e cifre turistiche da primato; distribuite tra la moltitudine di espressioni artistiche e culturali degli Arrondissement, e dalle gite nelle invenzioni di Walt Disney.

Tutti motivi per dedicare almeno quattro giorni –

magari traendo ispirazione dai luoghi di questo articolo – all’onirico stacco dall’ordinario suggerito dalle atmosfere di Parigi & Disneyland. Mete d’inamovibile attualità in cui l’atipico e originale equilibrio tra finzione e reale è spesso accompagnato da una metodica ricerca dell’eccellenza. Altro punto di contatto è la presenza nell’immaginario globale di luoghi e storie dai Campi Elisi ad Alice nel Paese delle Meraviglie; dalla Montmartre di Toulouse – Lautrec (al Grand Palais c’è a una mostra temporanea dedicata all’artista ) fino all’adrenalina delle Hyperspace Mountain ispirate ai voli cosmici di Guerre Stellari.

Parigi & Disneyland: un viaggio onirico
Monet - Ninfee
Monet – Ninfee

Nel treno dei desideri Parigi

è una destinazione classica da tempi immemori ma sempre attuale nell’esercitare il suo raffinato richiamo. Un canto delle sirene dalle più elevate forme di aristocrazia, alta moda e maestose collezioni d’arte dai capolavori ellenici ai grandi maestri del XX secolo. Avvolti dall’imponente planimetria urbanistica, degli echi letterari di Saint-Germain des Près con i suoi eleganti edifici cesellati dalle diverse epoche storiche e 120 macaron Michelin in 90 ristoranti. Che trovano nel bistellato Le Meurice – imperdibile insegna con cucina di Alain Ducasse all’interno dell’omonimo albergo affacciato sul Giardini di Tuileries – ideale rappresentazione.

Le Meurice ristorante 
Le Meurice ristorante 

Sia per il pregio dorato della sala

in cui si svolge il servizio che per la ricchezza delle proposte – avvolgenti, sontuose e preparate con alcuni dei più pregiati ingredienti conosciuti all’uomo – a complemento di ambienti e arredi consoni a Versailles. La mise en place utilizza argenti e vetri soffiati a Murano, il servizio di sala è abituato a gestire ogni richiesta, la cucina è supervisionata dallo chef francese (Ducasse ndr) con più stelle all’attivo e la carta predilige vintage o millesimati francesi. E per mantenersi su livelli eccelsi anche nell’epilogo, i dessert sono opera di Cèdric Grolet.

Le Meurice
Le Meurice

Autore di una patisserie

 contemporanea tanto apprezzata ed influente che per godere dei suoi pasticcini di design abbinati al tè pomeridiano di Le Meurice, bisogna prenotare con almeno due mesi d’anticipo. Ancor più scenico tuttavia, sarà il soggiorno nel primo grande albergo di lusso della città. Aperto nel 1835, Le Meurice della Dorchester Collection è da quasi due secoli ambasciatore di un’impeccabile ospitalità di caratura internazionale e rifugio di letterati, artisti, personalità creative e spiriti liberi come Pablo Picasso, Woody Allen e Jay-Z. Notti che valgono il viaggio con camere e suite – compresa quella dedicata all’habituè Salvador Dali nel piano nobile – in stile Luigi XVI sublimate da velluti, sete, boiserie e mobili d’epoca ad elevare il piacere di un’impareggiabile vista sul lato nobile della Ville Lumière.

Vista da Le Maurice
Vista da Le Maurice

Meritevole di un capitolo dedicato

è l’altra regale esperienza gourmand declinata in petit dejeuner a la carte. Al termine della quale una breve passeggiata dai portici del palazzo ottocentesco conduce ad alcuni dei più importanti simboli cittadini: Complesso del Louvre, Museo dell’Orangerie, Place Vendome con le sue sfarzose gioiellerie, Rue du Faubourg Saint Honorè con il meglio dell’alta moda globale, l’Opera, La Fayette, Place de La Concorde e le inestimabili opere del XIX e XX secolo esposte al Museo d’Orsay. Sempre sulla Quai d’Orsay ma in direzione opposta svetta Sua Altezza la Tour Eiffel. Sei milioni d’ingressi annui e dalle varie stazioni in quota, un grande spettacolo visivo con panorami dalla Basilica del Sacro Cuore alla moderna Tour Montparnasse.

Anatra di Allard
Anatra di Allard

Altro fondamentale piacere di ogni visita a Parigi

risiede nell’esplorare la selezione culinaria etnica e tradizionale che trova in alcune culture gastronomiche asiatiche e nell’arte della panificazione, due aree di navigato expertise. Stesso discorso per la deliziosa Croque Monsiuer de La Fontaine de Belleville nel quartiere reso celebre dai romanzi di Penna. Sul tema bassa spesa grande soddisfazione, c’è anche il pho vietnamita di Taing Song Heng poco distante da Le Marais e dal Beaubourg di Renzo Piano. Per un’esperienza dai toni tipicamente parigini affiancata da preparazioni scrupolose, gli oltre 80 anni di onorata carriera di Allard (ristorante parte di Les Collectionneurs) sono garanzia di ottime ricette locali capitanate dall’anatra alle olive; specialità in carta sin dagli anni ’30.

tour Eiffel
tour Eiffel

Oltre alla superba scelta tra gastronomia,

arte, architettura, shopping e proposte culturali sempre nuove, Parigi si lascia apprezzare anche per l’efficiente rete di trasporto pubblico. A sua volta coadiuvata da tante e reperibili forme di sharing come bici, scooter, monopattini, automobili elettriche sempre pulite e cariche. E così muovendosi in modo autonomo ed abbastanza “green” nelle levigate ciclabili parallele alla Senna, si raggiungono con agio altre pietre miliari come la fondazione Picasso, il quartiere di Pigalle e quello Latino, Campo di Marte, Invalides e fondazioni d’arte nelle zone periferiche. Oltre le quali sorge un’altra delle attrazioni più visitate di Francia con oltre 11 milioni di presenze l’anno.

Ingresso Disneyland Paris
Ingresso Disneyland Paris

Ovvero Disneyland Parigi & Walt Disney Studio. PARIGI

Il primo trasforma in realtà tutte le più grandi storie del produttore americano mentre il secondo ha il suo focus principale su arte e dietro le quinte del cinema. Entrambi propongono esperienze interattive digitali e analogiche ed un concetto di destinazione che per numero di attrazioni singole richiede due giornate piene. Così si ha tempo di rifiatare un attimo, godersi l’offerta gastronomica dai tacos alla cucina Medio Orientale e l’impressionante ricercatezza e precisione creativa degli ambienti. L’ideale è acquistare il fastpass salta code e dormire una notte negli hotel Disney. Cosi si può essere tra i primi ad entrare nel parco la mattina per qualche momento di quiete.

mondo di Alice Fantasyland
mondo di Alice Fantasyland

Aspettatevi folle; PARIGI

e una puntuale gestione dei flussi dall’apposita stazione Tgv situata davanti all’ingresso e collegata a 55 città. Una volta all’interno e nelle aree limitrofe ci sono 55 ristoranti con specialità da ogni latitudine citata da Disney (quindi ovunque) strutturati per servire 21 milioni di pasti l’anno. Gli 8 miliardi d’investimento della Disney sul territorio comprendono anche le 8500 stanze d’albergo “ufficiali” con occupancy medio al 77 percento. Numeri monstre.

Invention Restaurant al Disneyland Hotel
Invention Restaurant al Disneyland Hotel

La mole di prenotazione diventa ancor più incisiva al Disneyland Hotel;

edificio rosa dai tetti a punta e fiore all’occhiello della selezione alberghiera di Chessy. Ubicato ad esattamente 25 secondi a piedi dall’ingresso laterale di Disneyland, l’indirizzo aggiunge un surplus di confort, praticità e piacevolezza all’esperienza. Innanzitutto per l’accogliente stile classico opportunamente adattato alle produzioni animate e per il senso di occasione speciale della grande hall e personale in divise da film. Anticipo della passerella di star nell’annesso ristorante Invention. Luculliana cena a buffet e compagnia di Minnie, Topolino, l’asino Ih-Oh, Pluto e altri pupazzi-mito che gironzolano per i tavoli.

Vetrata del castello di Cenerentola
Vetrata del castello di Cenerentola

L’ingresso a Disneyland è un tuffo nell’immaginazione e per i più grandi,

nelle memore d’infanzia. Agli adulti non sfuggiranno certo le logiche commerciali dietro al grande sogno ma è un aspetto, talmente curata è l’esecuzione, che nulla sottrae al senso di fabula e poesia del racconto. Enfatizzati da fedeli ricostruzione di saghe, epopee, cartoon e cult movies che lasciano a bocca aperta per attenzione ai dettagli e scala del progetto. Articolato come una città americana d’inizio novecento con la Main Street piena di negozi dalle insegne dipinte, punti di ristoro casual ed insegne formali come Walt. Nel tardo pomeriggio le luci si accendono e lunga via commerciale, diventa passerella di una parata che farebbe sfigurare qualunque Carnevale.

PARIGI

Big Thunder Mountain
Big Thunder Mountain

Il selvaggio west d’indiani, saloon con teatri soppalcati,

poligoni di tiro e cercatori d’oro inizia dopo il cancello in legno di Frontierland. Un microcosmo di spericolate corse sulle rotaie a bordo del treni delle miniere e tenebrose suggestioni di una casa dei fantasmi di mostri, vampiri e musiche spettrali. Già visto? Improbabile perché la sostanziale e macroscopica differenza di Disneyland rispetto a quasi tutti gli altri parchi divertimenti, è la maniacale ossessione nel rendere la fantasia reale e viceversa attraverso la scena in cui ci si trova.

I carteggi del Nautilus
I carteggi del Nautilus

Teorema elevato alla potenza nello spazio di Discoveryland;

centro di gravità di “ride” hi-tech in galassie lontane come nelle mitiche Hyperspace Mountains. Salto nel buio ultra-veloce alla caccia dei nemici evitando il fuoco amico prima del tiro al bersaglio nelle scenografie interstellari di Buzz Light Year. Anche qui non si sa se sparare o guardare colori, grafiche, disegni, attori meccanici. Appena fuori, al centro del lago s’intravede la spina dorsale del Nautilus. Una scala a chiocciola conduce al suo interno. Come immergersi nelle visionarie descrizioni letterarie di Jules Verne.

Indiana Jones ride
Indiana Jones ride

Le citazioni dai grandi romanzi

degli ultimi secoli proseguono nella giungla di Adventure Land inerpicandosi casa sull’albero di Robinson Crusoe. Una casa di amache e pedane sospese per ammirare dall’alto caverne, tesori e navi dei Pirati dei Caraibi, la corsa d’Indiana Jones, l’Africa del Re Leone ed il resto del parco fino alle attrazioni del parco Walt Disney Studios.

Fantasyland
Fantasyland

Va da se che il culmine dell’atmosfera, la raison d’etre dello stesso Walt Disney è nell’incanto di giostre, contorsionismi architettonici e personaggi-icona che popolano Fantasyland. Si entra dal Castello di Cenerentola, si visita la tana del drago; al primo piano dell’edificio caleidoscopiche vetrate e alberi di marmo intarsiato rivelano le scene più importanti del film. O del racconto. Al di là delle mura sale sul treno di Biancaneve, si vola in cerchio a bordo di Dumbo, si esplora il labirinto di Alice con tutti i suoi straordinari personaggi. Le fiabe di una volta da Lewis Carroll ai fratelli Grimm a Barrie – inventore dell’isola che non c’è, di Capitan Uncino e di Peter Pan – prendono vita e interattività. Poco prima della chiusura gli speaker annunciano il gran finale; composto da giochi di luce proiettati sul castello che ripercorrono con animazioni e colonne sonore, tante produzioni Walt Disney che in un modo o nell’altro, hanno scandito i tempi della nostra vita.

PARIGI


https://www.huffingtonpost.it/entry/parigidisneyland-le-destinazioni-clou-dalla-coppia-dei-record_it_5e25a755c5b673621f799697

Matteo Morichini - Giornalista

Matteo Morichini

Giornalista


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