Coronavirus Roma,  nella Barcaccia  tornano le anatre

Coronavirus Roma, nella Barcaccia tornano le anatre

Coronavirus Roma, nella Barcaccia di piazza di Spagna tornano le anatre

Sono tornate. A un anno esatto dal loro precedente avvistamento – era il 23 marzo del 2019 – le due anatre nella fontana della Barcaccia. Lo scorso anno gli esemplari erano stati notati dai vigili e recuperati dalle associazioni animaliste. Con il sospetto che qualcuno le avesse abbandonate. Ora si cercherà di capire la loro provenienza: “Le stiamo notando da almeno tre giorni – racconta un agente della polizia Municipale in servizio a piazza di Spagna – arrivano all’alba e poi la sera volano via per poi tornare”.

Anche se in altre città, con lo stop a tutte le attività per l’emergenza coronavirus, ci sono stati numerosi avvistamenti. Le acque dei canali di Venezia per esempio, con lo stop ai traghetti sono tornate cristalline, si sono riempite di pesci. Al porto di Cagliari invece i vigili del Fuoco sono riusciti a immortalare una coppia di delfini che saltava e nuotava a pochissimi metri dalle banchine.

Coronavirus Roma,  nella Barcaccia  tornano le anatre

Storia e descrizione

La Barcaccia, sovrastata dalla Scalinata di Trinità di Monti, in una foto scattata da Giacomo Brogi nella seconda metà dell’Ottocento
«[Pietro Bernini] alla piazza della Trinità de’ Monti, con bel capriccio, fece la fonte in forma di Barca, con Imprese del Papa»

(Giovanni Baglione[1])


La realizzazione, nel 1610, del nuovo acquedotto dell’Acqua Paola non aveva fatto passare in secondo piano i due costruiti qualche anno prima (l’Acqua Vergine nel 1570 e l’Acqua Felice nel 1587), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull’intera città.

In effetti già nel 1570 un documento della Congregazione sopra le fonti aveva individuato «il loco del aquedotto sotto la Trinità». Come sito per la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto dell’Acqua Vergine. Ma la bassa pressione aveva costretto a rinunciare al progetto. Al posto della fontana fu costruita, come riserva idrica, una cisterna. Oggi scomparsa, di cui rimane traccia nella toponomastica locale (vicolo del Bottino, oltre alla più nota via dei Condotti)

La fontana e piazza di Spagna,

osservando verso via del Babuino.
Ormai rinforzato l’acquedotto, nel 1626 papa Urbano VIII incaricò Pietro Bernini. che già lavorava all’ampliamento dell’acquedotto stesso, di realizzare una fontana nella piazza sottostante la chiesa della Trinità dei Monti che allora, in mancanza della scalinata, sorgeva sul bordo di una scarpata. L’opera fu completata nel 1629, e il Bernini fu aiutato anche dal figlio Gian Lorenzo, che probabilmente la completò alla morte del padre.[3][4]

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