BORGO DI SPELLO: 10 cose da fare e vedere
10 cose da fare e vedere nel borgo di Spello
UMBRIA : I BORGHI PIÙ BELLI 24 – 25 APRILE 2021
Allungato su uno sperone del Monte Subasio, il placido borgo umbro di Spello si presenta al visitatore con le sue case colorate di rosa. Tra i suoi vicoli acciottolati, nelle chiese affrescate, all’ombra dei suoi monumenti, Spello conserva i segni della sua lunga storia: romana, longobarda, di papi e signori. Numerosi sono i resti di epoca romana quando Spello, o meglio Hispellum, era “splendidissima colonia Julia”, come recita un cartello posto sulla facciata del Portonaccio.
Di questi secoli di splendore oggi ci restano le mura fortificate romane meglio conservate d’Italia, 3 magnifiche porte di ingresso al borgo, il fitto reticolo di stradine che da maggio a luglio diventano palcoscenico fiorito e raggiungono il culmine con l’Infiorata. Poi c’è il Pinturicchio: il suo passaggio a Spello ci ha lasciato molti capolavori. Prima di tutto la Cappella Baglioni, poi la pala d’altare con la Madonna col bambino in trono nella Chiesa di Sant’Andrea. Ma queste solo sono alcune delle 10 cose da vedere a Spello. Le altre le scoprite
La chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello
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La chiesa edificata nel XII secolo pur presentando una facciata seicentesca presenta ancora il portale originario abbellito da fregi romanici e il campanile romanico.
L’interno barocco conserva un autentico tesoro: la cappella Baglioni pavimentata con splendide maioliche di Deruta (1566) e decorata da uno dei più colorati cicli di affreschi realizzati dal Pinturicchio (1501) raffiguranti l’Annunciazione, l‘Adorazione dei pastori e la Disputa di Gesù coi Dottori. Ai pilastri del presbiterio figurano due affreschi del Perugino. Se volete sapere che faccia avesse il Pinturicchio, basta guardare la finestrella con la grata dipinta sulla parte destra dell’Annunciazione: sotto la mensola c’è l’autoritratto del pittore. Nella cappella del Sepolcro, ci sono alcune sculture lignee dei secoli XII e XIV e tavola di Cola Petruccioli (1385) e dell’Alunno. Grandioso il tabernacolo opera di Rocco da Vicenza (1515).
Le porte di Spello
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Spello ha la cinta muraria di origine romana meglio conservata d’Italia. In questa cinta si aprono diverse porte, delle quali 3 hanno particolare rilevanza. La prima è la Porta Consolare, con 3 ingressi, tre statue funerarie e una torre con in cima un ulivo, simbolo del prodotto locale più famoso.
Poi c’è la Porta Venere con le Torri di Propezio. Porta Venere era la principale porta di ingresso a Spello: prende il nome dal ritrovamento di un busto di Venere nel vicino tempio di Fidelia. La porta ha tre archi con ai lati due torri recentemente restaurate e visitabili. Alla Porta Urbica, invece, sono legate alcune leggende. La più famosa è, forse, quella legata al paladino Orlando (tenuto prigioniero in uno stanzone attiguo a Porta Venere) e ai “singolari” simboli presenti sul muro di destra della Porta Urbica da cui si ricaverebbero elementi riconducibili alla sua prestanza. Discordanti però le interpretazioni di quei segni: per alcuni, l’incavo nel muro sarebbe stato prodotto dal veemente cavaliere nell’atto di fare pipì, per altri invece, indicherebbe l’altezza del suo ginocchio. Allo stesso modo, anche la sporgenza di forma allungata alta da terra circa tre metri indicherebbe a seconda delle versioni, ora il collo del paladino, ora il suo fallo…
La chiesa di Sant’Andrea a Spello
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Di origine duecentesca, la chiesa francescana, trasformata da interventi successivi, custodisce un affresco di Dono Doni del 1565 e un Crocifisso su tavola di scuola giottesca.
L’opera più importante della chiesa è la pala d’altare con la Madonna col bambino in trono e vari santi, dipinta dal Pinturicchio con l’aiuto di Eusebio di S. Giorgio, pittore perugino (1508). Al centro della tavola c’è la Madonna col Bambino, teneramente abbracciati, su un trono. Attorno alla Vergine ci sono sant’Andrea, titolare della chiesa, san Ludovico di Tolosa, santo francescano, san Giovannino leggente seduto sul gradino, san Francesco d’Assisi e san Lorenzo, con la graticola. Sullo sgabello è ci sono due lettere indirizzate al Pinturicchio stesso. Quella aperta proviene dal vescovo di Siena che richiede il ritorno del pittore a Siena dove lo attendeva Pandolfo Petrucci, il potente signore della città.
La Pinacoteca Comunale di Spello
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Ha sede nel cinquecentesco Palazzo dei Canonici la Pinacoteca Civica – Diocesana che accoglie dipinti, oggetti sacri, opere di oreficeria, sculture e affreschi.
Tra le opere che testimoniano la produzione artistica e la devozione locale, spiccano una scultura in legno policromo, la Madonna in trono (XII – XIII sec.) anche se mutilata dal furto del Bambino avvenuto nel 2008; la Madonna con il Bambino tra San Girolamo e San Bernardino, un affresco staccato attribuito ad Andrea d’Assisi, allievo del Pinturicchio, datato intorno all’inizio del Cinquecento; la tavola con Cristo Crocifisso tra la Vergine e i santi Francesco, Giovanni Evangelista e Crispolto Vescovo, realizzata dalla Bottega folignate del Mazzaforte nel XV secolo. L’opera più importante è la Madonna col Bambino di inizio sec. XVI attribuita a Pinturicchio proveniente dalla vicina Chiesa di Santa Maria Maggiore. L’opera fu trafugata nel 1970 ed è tornata a Spello il 21 novembre 2004, dopo 34 anni dal furto. Nella Pinacoteca è esposta anche l’urna di San Felice contenente le reliquie del Santo patrono di Spello.
I vicoli fioriti di Spello
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Se avete mai visto una foto di Spello, probabilmente ritraeva un vicolo o un balconcino fiorito.
Spello ha una grande tradizione nell’uso dei fiori per abbellire che raggiunge il suo culmine con l’Infiorata che si tiene ogni maggio (vedi punto 7). A giugno e luglio, poi, tutto il borgo entra in competizione per la manifestazione “Finestre, Balconi e Vicoli fioriti” in cui gli abitanti si sfidano ad abbellire con i fiori balconi, vicoli e angoli del borgo. Il risultato è meraviglioso, con angoli davvero suggestivi, profumati e pieni di colore. Una vera delizia per i turisti che in quei giorni passano da Spello.
Cappella Tega a Spello
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È un piccolo gioiellino incastonato nel centro storico la minuscola cappella splendidamente decorata con affreschi quattrocenteschi di Nicolò Alunno e Pietro di Mezzaforte.
Sorta come sede della confraternita dei Disciplinati di Sant’Anna, per lungo tempo la cappella fu la bottega di un sarto, il signor Pietro Tega, che nel 1921 scoprì le preziose pitture murali fin ad allora coperte dall’intonaco. I restauri hanno portato alla luce una serie di raffigurazioni: Sant’Anna, la Madonna con il Bambino (in gran parte andato perduto) nella parete di destra; una Crocifissione nella parete frontale; sei busti di Apostoli nel sottarco della parete sinistra; la visione del Paradiso e dell’Inferno nella controfacciata della cappella.
L’Infiorata di Spello
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L’Infiorata è la manifestazione storico – religiosa che si rinnova ogni anno nel giorno del Corpus Domini (nona domenica dopo la Pasqua).
Secondo un’antica tradizione, al fine di onorare il passaggio del Corpo di Cristo portato in processione dal vescovo, le vie e le piazze Spello si riempiono di tappeti e quadri floreali susseguendosi in un lungo percorso di circa 1,5 km. E’ nella notte che precede la festa religiosa che gli abili infioratori realizzano le loro straordinarie composizioni floreali, sotto gli occhi dei cittadini di Spello che scendono in strada per vedere come quelle opere d’arte prendono forma in un clima di grande allegria e coinvolgimento. Con il tempo l’Infiorata è diventata anche una gara: la domenica mattina, prima della processione, una giuria giudica e premia la migliore infiorata.
Le Fonti del Clitunno vicino Spello
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A 15 minuti di auto da Spello ci sono diversi luoghi meravigliosi: ad esempio i borghi di Bevagna e Montefalco.
Ma più di tutti, meritano una visita le Fonti del Clitunno. Queste sorgenti straordinarie sono, purtroppo, sconosciute alla maggior parte degli italiani. Il loro suggestivo aspetto con la vegetazione che circonda le rive riflettendosi nelle acque dai colori intensi, è stato fonte d’ispirazione per molti scrittori e poeti. Nell’antichità si credeva che nei fondali di queste acque dimorasse il Dio Clitunno, in onore del quale sorsero tre templi andati poi perduti. Unico superstite di quelle costruzioni, un piccolo tempietto poco distante.
Cosa mangiare a Spello
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Spello è una delle tante “città dell’olio” umbre. Gli ulivi che crescono a Spello e nei dintorni forniscono uno dei migliori extravergine del mondo, che è quindi uno degli ingredienti sempre presenti nei piatti di Spello.
La cucina locale è quella classica umbra basata su carni e prodotti contadini: bruschette all’olio o al tartufo, paste caserecce condite con tartufo, lepre e cinghiale. L’Umbria è terra di salumi, eccellenti anche grazie alla vicinanza a Norcia. Molte ricette della tradizione hanno come ingrediente principale i legumi. I Ceci di Spello (dal seme piccolo e liscio) sono famosi nel mondo, come la risina (una varietà di fagiolo piccolo e bianco dal sapore delicato), e la cicerchia (leguminosa simile ai ceci), tutti protagonisti di gustose zuppe, fresche insalate e stuzzicanti bruschette. Per i vini, indichiamo solo alcuni nomi: Sagrantino di Montefalco, Montefalco rosso, il Grechetto e l’Assisi Doc.
Dove dormire a Spello
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Spello si trova al centro di un territorio ricco di borghi, tesori d’arte e natura incontaminata. La cittadina umbra, quindi, è meta ogni anno di un turismo in cerca di relax, arte, natura e gastronomia.
Non stupisce, quindi, che ci siano a Spello e negli immediati dintorni circa 50 tra hotel, B&B e agriturismi. L’ospitalità è quella umbra: accogliente, sincera e senza molti fronzoli. I prezzi sono accettabili: da 40 euro per notte. L’Umbria è visitata soprattutto in primavera, estate e durante i ponti. Quindi se volete visitarla in questo periodo, vi consigliamo di prenotare in anticipo.